di Vittorio Calogero
Stephen Edwin King,
ormai celeberrimo scrittore horror, nasce il 21 settembre 1947
a Portland, nel Maine. Suo padre, Donald Edwin King, è un impiegato
della Electrolux, ex capitano della Marina Mercantile nonché reduce
della seconda guerra mondiale; sua madre, Nellie Ruth Pillisbury
King, è una casalinga di origini modeste. Iscrittosi in prima
elementare, King passa i primi nove mesi malato. Colpito prima dal
morbillo, ebbe in seguito problemi con gola ed orecchie. Curato dagli
esperti, si ritira dalla scuola per volere di sua madre e passa
diversi mesi in casa. È nel corso di questo periodo che King inizia
a scrivere, copiando interamente fumetti a cui aggiunge descrizioni
personali.
Il suo primo
racconto, completamente inventato da lui, tratta di quattro animali
magici a bordo di una vecchia macchina, guidati da un enorme coniglio
bianco e con il compito di aiutare i bambini. All'età di circa dieci
anni si stabilisce a Durham, nel Maine. Frequenta la Lisbon Falls
High School e, subito dopo il primo anno, diventa direttore del
giornale scolastico The Drum, assieme a Danny Emond. Il
giornale avrà scarso successo, ma costerà una punizione a Stephen
King che, annoiato dai soliti articoli, concepisce l'idea di
realizzare un giornale umoristico prendendo in giro i vari
professori. The village vomit, il nuovo nome del giornale,
riscuote successo fra gli studenti, ma i professori non gradiscono i
vari soprannomi affibiatigli e spediranno King in punizione per una
settimana. Al termine della stessa, il giovane scrittore verrà
contattato per far parte di un vero giornale, il Lisbon Enterprise,
settimanale di Lisbon. Inizierà qui a scrivere riguardo a incontri
sportivi e apprenderà le tecniche di buona scrittura.
Ma la domanda che mi
sorge spontantea in questo momento, dopo aver narrato la storia di
King fino al primo libro dell'orrore da lui pubblicato nel 1974
(Carrie), è la seguente: come ha fatto un bambino che
scriveva di un coniglio che aiutava i bambini a diventare l'autore
che oggi, con le sue storie, è riuscito ad ispirare registi del
calibro di Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma e David
Cronenberg?
Molti sono stati gli
episodi che hanno influenzato la sua scrittura. Nel 1949 il padre
esce per una delle sue passeggiate, non facendo più ritorno a casa:
i motivi sono da ricercare in un difficile rapporto con l'ambiente
familiare. Questo avvenimento segnerà profondamente il carattere del
futuro scrittore, tanto che è possibile trovare in numerosi romanzi
il difficile rapporto padre-figlio (fra gli altri: It, Cujo,
Christine - la macchina infernale e Shining). Un altro
episodio che ha influenzato l'infanzia di King al di là della
scomparsa padre, è rappresentato dalla morte di un suo amico.
All'età di quattro anni, mentre i due bimbi giocano vicino alla
linea ferroviaria, l'amico del futuro scrittore cade sulle rotaie e
viene travolto da un treno. King, in stato confusionale, torna a casa
senza ricordare quanto successo.
Ma
anche negli anni recenti la qiuete dell'autore viene scombussolata.
Nel 1977 la madre di King muore di cancro e lo scrittore sviluppa
seri problemi di dipendenza da alcol e droga, arrivando addirittura a
pronunciare ubriaco il discorso di addio al funerale della madre. I
suoi problemi di tossicodipendenza vengono a lungo sottovalutati
perché non incideno in alcun modo nella sua produttività
lavorativa, e solo nel 1987 l'intervento di familiari e amici dà
inizio al faticoso processo di disintossicazione, che durerà oltre
un anno. Il pomeriggio del 19 giugno 1999, dopo aver accompagnato
all'aeroporto il figlio più giovane, Owen, intorno alle quattro
pomeridiane intraprende la sua abituale camminata di sei chilometri
nei dintorni di Center Lovell, nel Maine occidentale, per un tratto
lungo la Route 5, la
strada asfaltata che collega Bethel e Fryeburg. È proprio lì che
Bryan Smith, quarantaduenne con precedenti coinvolgimenti in una
dozzina di incidenti stradali, alla guida di un minivan Dodge blu,
distratto dal suo rottweiler Bullet, saltato sul sedile posteriore
attratto da un frigo portatile che contiene della carne, travolge in
pieno lo scrittore che sta camminando sul ciglio della strada.
Trasportato in un primo momento al Northern Cumberland Hospital di
Bridgton, viene poi trasferito in elicottero al Central Maine Medical
Center di Lewiston, a causa della grave entità dei traumi subiti:
polmone destro perforato; gamba destra fratturata in almeno nove
punti (tra cui ginocchio e anca); colonna vertebrale lesa in otto
punti; quattro costole spezzate; lacerazione del cuoio capelluto.
Esce dall'ospedale il 9 luglio, dopo tre settimane dal ricovero. Dopo
aver accettato in un primo momento le scuse dell'investitore, King
decide di denunciarlo per fargli ritirare la patente e di acquistarne
il veicolo per 1600 dollari, nella prospettiva di sfasciarlo una
volta recuperate le forze fisiche. Le sette operazioni chirurgiche
necessarie per essere rimesso in sesto e la lunga e dolorosa
convalescenza interrompono la proverbiale disciplina dello scrittore,
non più in grado di lavorare ininterrottamente quattro ore ogni
mattina per scrivere ogni giorno 2500 parole.
Uno
degli avvenimenti che ha segnato il giovane autore è stata la
scoperta del genere letterario da lui stesso preferito: L'Horror,
scoperto all'età di soli dieci anni. Due anni dopo, rinviene nella
soffitta della zia i libri del padre, appassionato di Edgar Allan
Poe, H.P. Lovecraft e Richard Matheson, nonché appassionato
scrittore. Ed è nel 1960 che King invia il suo primo racconto a una
rivista, la Spacemen,
che si occupava di film di fantascienza. Il suo scritto non sarà mai
pubblicato. Stephen Edwin King sfonda nel mondo letterario nel 1974,
otto anni dopo essersi diplomato e aver ricevuto il diploma
d'insegnamento, con Carrie,
libro che ha permesso all'insegnante di liceo di lasciare il proprio
lavoro e a dedicarsi interamente alla scrittura. Oggi King vive
insieme alla sua famiglia a Bangor, nel Maine e vanta un numero
enorme di pubblicazioni, circa una sessantina. Quando ho incominciato
a leggere i libri di Stephen King pensavo che si trattasse di un
pazzo con una mente contorta, specialmente dopo aver finito di
leggere It;
più continuavo a leggere i suoi manoscritti, più me ne convincevo,
ma avevo otto anni ed ovviamente ero troppo immaturo. Oggi, avendone
ormai quattordici, dopo aver letto e riletto gli stessi libri, ho
cambiato diametralmente opinione: ora sono dell'avviso che Stephen
King non è pazzo, ma semplicemente un genio.
la mia opinione:
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