di Pasqualino Placanica
L’associazione di idee Minatori Cileni/ Grande Fratello, per quanto “blasfema”, apre a considerazioni di vario tipo tra cui quella senz’altro valida esternata dall’amico Laurendi nel post “quando l’informazione è peggio dell’ignoranza” che condivido perfettamente. Io però vorrei trattare un altro aspetto della vicenda. Quello che riguarda la memoria storica. Cosa c’entri la memoria storica con il Grande Fratello è presto detto: immaginiamo che la vicenda dei Minatori Cileni si svolga 20 anni fa, e si concluda con il medesimo felice risultato, con le medesime scene di festeggiamenti diffuse via etere sul tutto il pianeta. Naturalmente nessuno potrebbe fare paragoni con il reality show, semplicemente perché ancora il concetto stesso non esiste. Dieci anni dopo, la prima edizione del Grande Fratello. Evento di primo piano, non si parla d’altro negli ambienti dello spettacolo; all’uscita dalla casa del vincitore, scene simili a quelle della miniera ma…nessuno si sognerebbe di fare paragoni con il salvataggio dei Minatori di dieci anni prima! È il rapporto Minatori-Grande Fratello che fa notizia, non il contrario, e questo perché la massa tende a tenere presente ed a valorizzare le cose frivole, il gossip, le stupidaggini. La storia, quella vera, quella degli avvenimenti che hanno cambiato il mondo (in bene o in male) non interessa alla moltitudine, rimane materia per pochi. Pertanto l’episodio dei Minatori Cileni, qualora fosse avvenuto nell’ordine temporale che ho ipotizzato prima, sarebbe stato presto archiviato. Cosa che invece non è purtroppo per i reality show che, vuoi perché riproposti sotto varie salse, vuoi perché grazie ai media ed agli interessi che vi girano intorno esaltati continuamente, arrivano ad essere paragonati (come dicevamo) ad eventi che in quanto a serietà ed importanza reale sono ad anni luce di distanza. D’altronde è una costante che si ripete da millenni: se l’uomo facesse tesoro delle esperienze passate non ripeterebbe gli stessi errori; in realtà non è che le ignori, semplicemente le dimentica. Con la differenza che i nostri antenati non avevano la tecnologia, non avevano la possibilità di attingere ad archivi immensi come quelli del web. Noi non abbiamo giustificazioni, solo la pigrizia e l’apatia che sembrano avvolgere le nuove generazioni.
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