di Manlio Adone Pistolesi
Molti
filosofi, poeti e scienziati ci hanno definito come un agglomerato di
polveri stellari, un miscuglio di elementi chimici, un complesso
gruppo di pensieri e immaginazioni... Altro non siamo che un frutto
dell'evoluzione: un insieme di casi fortuiti che hanno contribuito
alla nostra origine.
Ma
perché noi?
Grazie
ad un insieme di eventi quali una posizione favorevole del pianeta
nello spazio e ad altri accadimenti catastrofici che hanno fatto
estinguere le grandi lucertole carnivore ed erbivore, i mammiferi
hanno potuto incominciare a conquistare il pianeta Terra e ad
evolversi fino alle forme attuali.
I
nostri antenati, le scimmie antropomorfe, non erano molto diverse da
quelle di "oggi". La vera differenza sta nella capacità di
camminare. Infatti, al contrario di ciò che molti credono, le
scimmie incominciarono ad acquistare una spiccata curiosità quando
scesero dagli alberi delle foreste e incominciarono a camminare su
due zampe. Questo semplice atto fu per noi il "primo passo"
verso una veloce evoluzione che ha come prodotto il genere umano.
Insomma,
il genere umano non é altro che un caso fortuito, un prodotto
inaspettato dovuto a condizioni favorevoli. I primi uomini non solo
dovevano sfidare la natura, ma anche l'evoluzione. La postura eretta
comportò diversi cambiamenti. L'uomo stando alzato sui due arti
posteriori, nonostante la piccola altezza – 1,30/1,50 metri –,
poteva osservare il mondo con tutt'altra prospettiva. Poteva
avvistare i predatori e le prede a distanza, e questo comportò
un'evoluzione della sua vista. Con la postura eretta poteva
raggiungere gli alberi e raccogliere frutti. Questo cambiamento
posturale modificò anche il corpo stesso dei nostri antenati: l'osso
del piede si abbassò fino a toccare terra ed ebbe una maggiore
aderenza al suolo, sviluppando ulteriormente la capacità di corsa.
La schiena si raddrizzò e le mani, che fino a quel momento erano
servite per poter camminare, diventarono futili; per questo motivo, i
nostri antenati – i vari Homines – cercarono di impiegarle
in altro modo. Quindi, dal piccolo atto di un quadrupede che diventa
bipede, si genera una specie nuova, progredita e pronta a conquistare
il mondo. Sin dai primordi della storia a noi conosciuta l'uomo ha
cercato sempre di migliorare la sua vita attraverso le innovazioni
tecnologiche. Le diverse innovazioni tecnologiche e scientifiche,
sempre più rivoluzionarie, che l'uomo attuò, servivano a dominare
la natura circostante, terrificante e brulicante di pericoli.
L'essere
umano é dunque il frutto di un'evoluzione complessa e diversificata.
La storia dell'uomo, confrontata con la nascita del pianeta e
paragonata ad un coevo calendario, rappresenta soltanto l'ultimo
minuto del 31 dicembre. Questo dimostra quanto la nostra evoluzione
sia stata veloce e pericolosa, se teniamo conto di tutti fenomeni
catastrofici che abbiamo dovuto affrontare.
Oggi,
possiamo definirci come i dominatori della Terra. Ma saremo capaci di
gestire il nostro pianeta? Svilupperemo macchinari futuristici capaci
di migliorare ulteriormente la nostra vita? Raggiungeremo mai altri
Esopianeti? A quali ostacoli andremo incontro?
Come
disse Einstein in uno dei suoi celebri aforismi, «Non sarei un vero
scienziato se non credessi all'ignoto».
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