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venerdì 28 ottobre 2011

“Il silenzio degli innocenti”: una recensione fra brivido e coinvolgimento


di Vittorio Calogero

Jodie Foster e Antony Hopkins interpretano «il bene» e «il male» nel film diretto da Jonathan Demme, “Il silenzio degli innocenti”, terzo film (dopo “Accade una notte” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo”) a vincere ben cinque premi oscar: miglior attore a A. Hopkins, miglior attrice a J. Foster, miglior film dell'anno, migliore regia a J. Demme e miglior sceneggiatura non originale a T. Tally.
La comparsa di un serial killer con la mania di scuoiare le proprie vittime convince il capo dell' FBI, Jack Crawford, ad affidare il caso alla giovane recluta Clarice Starling. Ben presto, l'agente si accorge che l'unica soluzione per risolvere il caso è interrogare Hannibal Lecter, ex psichiatra e criminologo, rinchiuso nel manicomio di massima sicuezza di Baltimora per aver ucciso e divorato i corpi dei suoi pazienti. L'FBI, infatti, ha il sospetto che Lecter possa sapere molto sul carattere e sulla mentalità di "Buffalo Bill", nome assegnato dall' FBI al serial killer, poichè in passato è stato un suo paziente.
Clarice, dopo esser stata avvertita sia dal suo capo che dal titolare del manicomio di non rivelare nulla della sua identità, prende un "appuntamento" con Hannabal.
Lecter mostra subito alla ragazza, oltre alla sua evidente superiorità intellettiva, anche la voglia di collaborare, ma a un patto: più indizi sulla sua vita lei gli avrebbe raccontato, più informazioni lui le avrebbe dato. Dopo aver accettato il patto, l'agente Starling scopre che la semplicità è la chiave per risolvere gli indizi di Hannibal, ed è proprio grazie al ricordo delle sue esperienze, riaffiorate con l'aiuto del cannibale, che Clarice trova un legame tra una delle vittime e il serial killer, riuscendo così a trovare ed uccidere "Buffalo Bill", il cui vero nome è Jame Gump. Nel frattempo Lecter, che viene trasferito in un altro manicomio per aver collaborato, riesce a fuggire facendo perdere le proprie tracce.
Il risultato è uno spettacolo coinvolgente, con momenti di grande suspence, ben poco consolatorio e costellato inoltre da alcune sequenze indimenticabili: i confronti dialettici fra la Starling e Hannibal, la fuga dal carcere di quest'ultimo o lo scontro finale tra l'agente dell'FBI e “Buffalo Bill”. Regia e montaggio esemplari, due attori come Anthony Hopkins e Jodie Foster, al top delle loro capacità interpretative, completano il quadro di un'opera di eccellente livello, una manna per chi ama le storie a tinte fosche.

mercoledì 5 ottobre 2011

Prove tecniche ante-comma 29

di Natale Zappalà


Il popolo del web, negli ultimi tempi, sta insorgendo contro la cosiddetta “legge-bavaglio”. Al fine di comprendere qualcosa in più sul tema, facciamo finta che oggi sia già entrato in vigore il Ddl 1415-A sulle intercettazioni, comprensivo del famigerato comma 29, quest'ultimo oggetto di feroci critiche soprattutto da parte dei portali informativi online e dei bloggers, in quanto percepito come un grave smacco all'inalienabile libertà di pensiero e di espressione.
Presentiamo dunque ai lettori un articolo di prova in cui verranno elencate miriadi di falsità:

"Il Belpaese"

In Italia si investe sempre e solo sulla cultura. Non potrebbe essere altrimenti, dal momento che si tratta dello stato più civile del mondo per tolleranza, qualità della vita, prodotto interno lordo, occupazione, anche perché da sempre guidato da una classe politica illuminata e all'avanguardia, malpagata e senza alcun privilegio, caratterizzata da una condotta morale impeccabile.
Non ci sono caste in Italia: chi sbaglia paga, dal magistrato al presidente del consiglio. I cittadini godono di piena libertà di espressione e di culto; tutti possono dire o scrivere qualsiasi cosa e tramite qualunque mezzo, mentre non esistono religioni che ingeriscono negli affari di stato, che è pienamente laico. Le tasse sono pagate da tutti in modo equo e proporzionale al proprio reddito. Il welfare è ottimo e garantisce servizi essenziali alla popolazione.
Il sistema mediatico e quello relativo alla pubblica istruzione non mirano a plasmare i giovani in base agli stereotipi collaudati del tronista e della sgavettata da balletto che poi intraprende la carriera politica. L'informazione non risulta affatto condizionata da chicchessia.
Insomma, in Italia tutto va bene e nulla necessita di cambiamenti repentini o urgenti.

In questo caso bisognerà attendere che la Verità, l'unico referente che potrebbe sentirsi offeso dal succitato articoletto, presenti alla nostra redazione un reclamo in cui si dichiara il contenuto del pezzo come lesivo della propria immagine; entro 48 ore noi dovremo dunque pubblicare una rettifica volta a contestare o smentire ciò che abbiamo affermato, anche se, eventualmente, fossimo in grado di dimostrarne l'attendibilità.
Noi, tuttavia, dubitiamo che la Verità, qualora entrasse davvero in vigore il Ddl 1415-A, si farebbe avanti per rivendicare il “diritto di rettifica”. Anch'essa, insieme alla Libertà, alla Coerenza e allo Spirito Critico, sembra aver lasciato l'Italia alla ricerca di posti migliori.

NO AL BAVAGLIO!


NO ALLA LEGGE BAVAGLIO, NO ALLA CENSURA!