SU QUESTO BLOG NON SI PUBBLICANO COMMENTI ANONIMI

lunedì 7 novembre 2011

«No, mi scusi, stavo pensando»

di Stefania Guglielmo

Viveva in un piccolo borgo un uomo curioso che, proprio a causa della sua estrema invadenza, era solito fermarsi a parlare con chiunque destasse il suo interesse.
Fu così che una mattina di fine estate scorse, adagiato su una sedia a guardare il mare, un uomo pensieroso, e subito si chiese a cosa stesse pensando quel misterioso personaggio.
L’interesse in lui era così vivo che il curioso si accomodò affianco all’uomo assorto.
Per i primi minuti rimase in silenzio e lo osservò mentre l’altro uomo non notò la sua presenza, tanto era concentrato ad inseguire i suoi pensieri; accadde così che più trascorreva il tempo in cui egli lo osservava, più quel bizzarro modo di fare accresceva la sua curiosità.
L’uomo curioso finalmente cedette e così esordì:
«Buongiorno!»
Ma non ottenne risposta; l'uomo era così pensieroso da non udire le parole del curioso! Allora, imperterrito, ripeté con voce più acuta:
«Buongiorno!»
A quel punto l’uomo pensieroso sussultò e rispose:
«Buon… Buongiorno! Mi scusi, stavo pensando».
«Eh... L’ho notato! A cosa pensava di così importante ?», chiese il curioso.
«Pensavo alla mia vita», rispose l'uomo meditabondo.
«Se potessi ascolterei la sua storia. Mi incuriosisce, lo sa? Lei stava pensando a qualcosa di troppo intenso per accorgersi di ciò che le accadeva intorno», controbatté il curioso.
«In realtà io credo che non le piacerebbe udire la mia storia; se potessi la cambierei!»
L’uomo curioso, dopo questa enigmatica affermazione, non riuscì a contenere oltre la sua sete di conoscenza, e così insistette finché il suo interlocutore non iniziò a narrare le molteplici peripezie da lui vissute. Sembrava proprio sfortunato!
Tuttavia, mentre l’uomo curioso iniziò a chiedersi fra sé e sé come potessero accadere tante sciagure ad un solo individuo, giunse un altro personaggio, che subito catturò il suo volubile interesse. L'uomo assorto ne approfittò per estraniarsi di nuovo dal resto del mondo.
L’uomo curioso, voltatosi, aveva scorto un giovane ragazzo dal sorriso luminosissimo e gli domandò chi fosse. Il giovane cominciò così a descriversi con allegria, parlando con consapevolezza di ogni suo sogno e di ogni sua idea. Dopo di che si avvicinò all’uomo pensieroso, e sfiorandogli la spalla gli chiese:
«Come stai papà? Ti va di sapere cos'ho fatto oggi ?»
L’uomo pensieroso, inizialmente stupito, annuì, e così il ragazzo cominciò la sua narrazione, ma, sorprendentemente, durante il discorso del figlio, il padre si estraniò nuovamente, e quando il giovane chiese la sua opinione si accorse di non essere ascoltato già da un pezzo.
Se ne andò profondamente deluso, rimanendo ancora più frustrato nell’accorgersi che il padre non aveva notato la sua assenza.
L’uomo curioso, che aveva attentamente assistito alla scena, rimase esterrefatto, e così decise, per un mese intero, di tornare tutte le mattine a sedere con quell’uomo pensieroso.
Con l’andar del tempo, si accorse che il fanciulo, che speranzosamente tentava di dialogare col padre, diveniva gradualmente sempre più cupo, duro e chiuso, e finì per evitare qualsiasi domanda postagli da quell’uomo che mai udiva le sue risposte.
Trovandosi lì, un giorno, l’uomo curioso notò qualcosa di diverso nello sguardo del fanciullo, e quasi senza riconoscerlo gli chiese chi fosse…
Questi, stupito, chiese se fosse davvero interessato a saperlo, ma, dopo l’entusiasmo iniziale – che che per un attimo gli restituì le sembianze d’un tempo –, incupitosi, proferì tali parole:
«Io non sono degno di essere ascoltato». Si alzò di fretta e fuggì via.
Atterrito da ciò che aveva udito, il curioso si voltò verso l’uomo pensieroso, ancora assorto, richiamò la sua attenzione e gli chiese:
«Com'è potuto succedere tutto ciò? »
Questi lo guardò perplesso e poi rispose:
«Di cosa parla buon uomo?».
«Non si è accorto proprio di nulla?», disse l'altro.
E l’uomo pensieroso così concluse:
«No, mi scusi, stavo pensando».

Nessun commento:

Posta un commento